19 aprile 2018, scritto da Francesca Memini
categoria: Diario di bordo
Medicina Narrativa con la SUSO a Modena: storie di ordinaria odontoiatria
Il 18 aprile 2018, ospiti della sezione modenese della SUSO, abbiamo parlato delle potenzialità e dei vantaggi dell'applicazione dell'approccio narrativo in odontoiatria e nello studio odontoiatrico.Una serata tra amici... questa l'atmosfera che mi ha accolto a Modena, presso lo studio Taglini e Mansueti, dove ho avuto l'occasione di tenere una relazione sulla medicina narrativa e sull'applicazione in ambito odontoiatrico.
Il programma della serata era intenso: prima del mio intervento Paola Rizzitelli ha parlato del wellness marketing per lo studio odontoiatrico, ponendo l'accento sulla necessità di passare a un modello di promozione della salute a 360 gradi e centrato sul paziente, anche da un punto di vista più orientato al business.
Devo ammettere che ero un po' prevenuta sull'efficacia di unire due relazioni così differenti: temevo che i partecipanti fossero più interessati ad apprendere nuove tecniche di marketing e di promozione della propria attività professionale, piuttosto che sentir parlare di empatia e di narrazioni.
A una prima ricognizione, mi sono resa conto che la platea - composta da odontoiatri, ortodonzisti, igieniste e assistenti alla poltrona - non conosceva la medicina narrativa in maniera specifica, ma la collocava correttamente nell'ambito della relazione medico-paziente.
A una prima ricognizione, mi sono resa conto che la platea - composta da odontoiatri, ortodonzisti, igieniste e assistenti alla poltrona - non conosceva la medicina narrativa in maniera specifica, ma la collocava correttamente nell'ambito della relazione medico-paziente.
Avevo deciso di iniziare con un po' di leggerezza, dato che il tempo limitato mi imponeva il format della lezione frontale, cercando di dare qualche stimolo tratto dal cinema: quali storie si raccontano sui medici al cinema? Queste:
Uno spunto comico, per riflettere su come vengono raccontati i dentisti nella nostra cultura, per proseguire con una ricognizione di alcuni studi sulla percezione dell'odontoiatra da parte del paziente. Il punto che tengo sempre a sottolineare è che tutte queste narrazioni non possono essere liquidate solo come "storie" o visioni soggettive della realtà, perché hanno un impatto concreto sulla nostra vita, come persone, come pazienti e come professionisti.
Cosa succede se non concediamo la giusta attenzione alle storie dei pazienti? E cosa succede se invece impariamo ad ascoltare e comprendere le storie di malattia in ambito odontoiatrico?
Impossibile non citare l'articolo What about Narrative dentistry, ma questa volta ho preferito raccontare un episodio personale, un esempio delle implicazioni psicologiche e sociali (e anche economiche) che possono avere un impatto determinante nella relazione tra medico e paziente.
Tutto ebbe inizio in una giornata un po' deprimente, ravvivata da una gita all'IKEA che si è conclusa, ahimè, con un dente rotto. Un problema di denti del tutto ordinario che però si inseriva in un particolare momento "storico". Non voglio raccontare qui come prosegue l'episodio, perché vorrei giocarmelo anche nei prossimi incontri :)
Il succo però stava nell'importanza di collocare la malattia in una cornice biografica più ampia.
Ho affrontato poi alcuni dei punti di forza specifici dell'approccio narrativo in odontoiatria: oltre alla possibilità di cogliere meglio gli aspetti socio-culturali della salute della bocca, l'importanza della dimensione narrativa nell'educazione, nella gestione del dolore e dell'ansia e nella relazione con il bambino e i genitori.
La platea man mano che ci addentravamo negli aspetti più propriamente relazionali delle competenze narrative si è mostrata molto interattiva e desiderosa di apprendere. E' emerso in particolare il bisogno di momenti di condivisione per l'intero staff, perché ciascun operatore riesce ad avere diversi tipi di insight sulle storie dei pazienti e spesso non è il medico colui con cui i pazienti parlano di più.
Ma è emersa anche il punto di incontro con l'intervento precedente della dottoressa Rizzitelli, perché la professionalità dell'odontoiatra in libera professione non può essere solo orientata al business, con il rischio di ritrovarsi in una guerra dei prezzi che perde di vista la deontologia, la qualità della cura e la relazione con il paziente. Che sono invece i veri punti di forza su cui fare leva.
Al termine dell'incontro ho riproposto la richiesta fatta all'inizio, di scrivere una parola chiave per descrivere la Medicina Narrativa. Leggendo quei bigliettini - che rappresentavano il prima e dopo - ho visto uno spostamento del percepito da significati più generalmente legati alla comunicazione come trasmissione di informazioni alla comunicazione come relazione profonda ed empatica. Da spiegare a comprendere, per usare le parole di uno dei partecipanti.
Lo spostamento verso l'empatia d'altra parte l'ho percepito anche nel corso della mia presentazione, man mano che il gruppo si "accendeva": sarebbe stato davvero bello poter sperimentare qualche laboratorio con questo gruppo!
Cosa ho imparato... che il linguaggio dell'odontoiatria è molto più tecnico (a tratti incomprensibile per i non addetti ai lavori) di quanto non pensassi!
Cosa ho portato a casa ... un libro (con dedica di uno dei curatori, nonché presidente nazionale della SUSO, Pietro di Michele) dal titolo "La cittadella - La storia dell'ortodonzia in Italia". Segno che la sensibilità per le storie come momento di costruzione dell'identità personale e sociale, in questo contesto è presente e viva.
Grazie al dottor Saverio Padalino, alla SUSO di Modena e a tutti i partecipanti per questa bella occasione!