21 maggio 2018, scritto da Francesca Memini
categoria: Diario di bordo
Corso ESAE 18 maggio: si comincia, riflettendo sui ricordi
Si è tenuto venerdì 18 maggio 2018, presso la sede ESAE di Milano, il corso di formazione “Storie per curare, storie per vivere bene"
Hanno partecipato diverse figure professionali (educatori, animatori, psicologi, assistenti sociali) interessate ad approfondire cos'è la Medicina Narrativa e come poterla utilizzare nella relazione di cura e nella promozione del benessere, per i pazienti e per tutto lo staff curante.
Abbiamo cercato di declinare il corso di introduzione alla Medicina Narrativa, pur nella sua brevità, sulla base degli interessi e delle professionalità dei partecipanti, prevalentemente impegnati nell'ambito delle RSA.
Per questo, abbiamo scelto di articolare l'incontro con un percorso a spirale: siamo partiti da una riflessione più ampia sul significato delle storie e della narrazione e abbiamo cercato di ricostruire con i partecipanti quali sono le funzione che le storie svolgono nella nostra vita e nell'esperienza di malattia; siamo poi entrati nel vivo di che cos'è la Medicina Narrativa e degli strumenti più utili con il paziente anziano e infine abbiamo mostrato attraverso alcune case history come la medicina narrativa può essere applicata nell'ambito delle demenze e dell'alzheimer.
Curiosamente (e quasi per caso), questa parte del corso si è aperta e si è chiusa con due brevi video: alcuni spezzoni dal film Pixar UP e il corto d'animazione Lost Property. L'aspetto curioso è che i due testi, scelti indipendentemente, da me e da Tiziana Lo Monaco avevano molto in comune: l'assenza di dialoghi, sostituiti da musica e suoni; le foto, una storia d'amore, i palloncini e anche un uccellino!
Nel pomeriggio abbiamo proposto un assaggio dei laboratori narrativi, con la lettura attenta di un brano, molto intenso, tratto da "Una morte dolcissima" di Simone De Beauvoir, e con la scrittura e ri-scrittura di un incontro con un caregiver.
Nel corso della giornata sono emersi molti temi che ci hanno colpito: il ruolo del volontario in RSA, le difficoltà a far comprendere l'utilità dei laboratori narrativi e la necessità di strumenti per poter "lavorare" con le storie nella relazione di cura.
La lezione che portiamo a casa è... non cercare di strafare se il tempo è limitato (avremmo voluto avere più tempo da dedicare ai laboratori di scrittura).
Ci auguriamo di aver seminato qualche spunto utile e ringraziamo tutti per aver condiviso esperienze e pensieri.
Un grazie speciale a Fondazione ESAE e a Fabrizio Cavanna, per aver scommesso sulla Medicina Narrativa con noi!
Ogni corso inizia sempre così…in maniera adrenalinica
Ogni volta che mi accingo a preparare una lezione frontale c’è sempre quella giusta quantità di adrenalina che circola in corpo, che ti fa sentire i battiti cardiaci anche nei punti più impensabili, che ti fa dimenticare che hai dormito poche ore per l’emozione, che ti fa provare quei brividi come se fosse sempre la prima volta, che ti dà la giusta carica per trasmettere con entusiasmo e passione tutto ciò che hai costruito in anni di lavoro.Sono arrivata a corso iniziato (per fortuna da poco!) … Milano non è proprio dietro l’angolo per me che arrivo dal profondo Sud…Sicilia per intenderci. Arrivo giusto in tempo per incantarmi davanti alla storia di Up, che sconoscevo ma di cui mi sono immediatamente innamorata, che Francesca stava riproponendo alla luce delle osservazioni precedentemente fatte.
Che strano ascoltarla dal pubblico!?! Mi piace! Intanto continua il suo “racconto” …i partecipanti sono timidi ma intervengono.
Arriva il turno di Venusia ansiosa perché temeva di togliermi il tempo… la sua presentazione fila liscio come l’olio, d’altronde non c’erano dubbi…
Intanto arriva il momento di fermarsi un attimo per poi ripartire per entrare nel mondo delle narrazioni utilizzate nel campo delle demenze.
È il mio turno. È il momento di addentrarci nell’universo delle narrazioni degli anziani con demenza quale canale privilegiato per entrarvi in relazione e per poter così instaurare un rapporto empatico basato sulla fiducia e sul rispetto.
Ed ecco che inizia un vivace scambio di esperienze, di storie, di aneddoti per concludere poi con i nostri laboratori di scrittura.
Cosa mi ha colpito del nostro primo viaggio di TRAME?
Aver scoperto piacevolmente che siamo tre amiche, provenienti da tre diversi paesi, con tre percorsi di studio differenti ma che, come i fili di una “trama complessa”, siamo state capaci di costruire un tessuto stupendo grazie alla passione che ci unisce, quella per le STORIE di cura e non!
Aver scoperto, con dispiacere, che da qualche parte dell’Italia ci sono figli che annullano le identità dei loro genitori buttando nel cestino le loro foto-ricordo e con esse le loro storie e quell’ultimo brandello di memoria che, in caso di sopravvenuta demenza, gli garantirebbe quel minimo di contatto con il presente. In Sicilia sarebbe un Reato perseguibile!
Cos’ho imparato... che non bisogna fermarsi mai, che occorre insistere e crederci sempre nei progetti e che il motto “l’unione fa la forza” è decisamente vero!
Cosa ho portato a casa ... aver conosciuto colleghi con i quali abbiamo condiviso porzioni della nostra quotidianità così distante ma così profondamente vicina.
Grazie a tutti!